La vertenza Moreschi: gli ex dipendenti attendono il fondo di garanzia

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  • Pubblicato: Lunedì, 29 Dicembre 2025 11:41
  • 29 Dic

Con l’inizio del nuovo anno, gli ex dipendenti dello storico calzaturificio Moreschi guardano al fondo di garanzia dell’Inps come alla principale prospettiva per la conclusione della lunga vertenza aperta dopo il fallimento dell’azienda.

A due anni dalla dichiarazione di insolvenza della società, che in passato aveva raggiunto una produzione annua di circa 300 mila paia di scarpe, il percorso di liquidazione non si è ancora concluso né sul piano giudiziario né su quello delle spettanze ai lavoratori.

Come spiega Giovanna Currò della Filctem Cgil, i 155 ex dipendenti, tra gli ultimi a essere stati licenziati, hanno già in gran parte percepito quanto spettava loro attraverso il Fondo di tesoreria, ovvero il Previmoda. È stata inoltre presentata richiesta di accesso al fondo di garanzia Inps, attivabile una volta dichiarato il fallimento dell’azienda. «Il Fondo di tesoreria è stato incassato quasi da tutti – chiarisce Currò – mentre per il fondo di garanzia i tempi sono più lunghi».

Le somme ancora attese riguardano il trattamento di fine rapporto, le ultime tre mensilità e, in alcuni casi, il Previmoda. La sindacalista ricostruisce il quadro normativo ricordando che dal 1° luglio 2007 i lavoratori hanno dovuto scegliere se lasciare il Tfr in azienda – con l’obbligo, per le imprese con più di 50 dipendenti, di versarlo all’Inps nel Fondo di tesoreria – oppure destinarlo alla previdenza complementare di categoria. Prima di quella data, invece, il Tfr rimaneva nella disponibilità diretta del datore di lavoro.

Per gli ex dipendenti Moreschi, questo significa che le quote di Tfr maturate prima del 2007 non sono più recuperabili attraverso l’azienda. In questi casi, tuttavia, interviene il fondo di garanzia dell’Inps, che copre il Tfr e le ultime tre mensilità non corrisposte. «Ora attendiamo – conclude Currò – che l’Inps eroghi queste somme».

Sul fronte giudiziario, le udienze relative alle domande di insinuazione al passivo fallimentare si sono concluse e la procedura è diventata esecutiva. Attualmente il tribunale sta esaminando le richieste tardive, presentate da chi non era riuscito a insinuarsi nei termini previsti. A titolo indicativo, al novembre 2024, quando si è aperta la fase di raccolta delle domande, le istanze presentate erano complessivamente 286.