"Cose che voi umani": mostra collettiva di Ondedurto.Arte

  • Categoria: Eventi
  • Pubblicato: Mercoledì, 17 Dicembre 2025 10:25
  • 17 Dic

Dieci voci artistiche, linguaggi differenti e un unico filo conduttore: il dialogo con chi osserva. È questo lo spirito di “Cose che voi umani”, la mostra collettiva promossa dal Progetto Liberi Artisti Indipendenti e ospitata negli spazi di Ondedurto.Arte, in via Cairoli. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 30 dicembre, con ingresso gratuito.

In mostra opere pittoriche, fotografiche e tridimensionali firmate da Alda Lusona, Antonio Giarrusso, Angelo Avogadro, Cristiano Vassalli, Mariano Valentini, Nadia Pelà, Nik Palermo, Max Dibattista, Roberta Scatt e Renato Volpi. Un percorso eterogeneo che mette a confronto sensibilità e poetiche diverse, invitando il visitatore a un’esperienza visiva aperta e partecipata.

Come sottolinea lo studioso d’arte Roberto Comelli, il tragitto espositivo attraversa registri espressivi anche molto lontani tra loro. Si passa da dipinti che rielaborano con eleganza suggestioni Art Déco – con un richiamo evidente alla lezione di Tamara de Lempicka – a opere dominate da un espressionismo astratto dai toni caldi, carichi di energia cromatica e riferimenti cosmici.

Non manca la sperimentazione spaziale, con lavori che superano la bidimensionalità e si avvicinano a forme scultoree, giocando su luci, ombre e vibrazioni visive che rimandano a suggestioni optical e pop. Accanto a queste ricerche trovano spazio anche opere materiche, caratterizzate da superfici irregolari e stratificazioni cromatiche dense di memoria.

La fotografia occupa un ruolo centrale all’interno della mostra: dalle cianotipie alle immagini di ricerca, fino a composizioni in bianco e nero che evocano paesaggi interiori e visioni simboliche. Non mancano incursioni nel surrealismo, dove l’ironia diventa strumento narrativo e poetico. Completano il percorso lavori grafici accompagnati da delicate acquarellature e interventi scultorei essenziali, capaci di trasformarsi in riflessioni silenziose sull’esistenza.

Una collettiva che si propone come spazio di confronto e racconto, dove ogni opera diventa frammento di un discorso più ampio sul fare arte oggi.