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15/04/2025 18:53
È durata pochi minuti la prima udienza del processo Visibilia, ma il tempo è bastato al Tribunale per richiamare la Procura e chiedere la riscrittura dei capi d’imputazione contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè e altri 16 imputati. Al centro del procedimento, le accuse di falso in bilancio e carenze organizzative nella gestione di Visibilia Srl, la società fondata dalla senatrice di Fratelli d’Italia.

Secondo i giudici, le imputazioni sono troppo generiche e devono essere riformulate specificando le singole annualità e le responsabilità individuali. "Nel fascicolo non abbiamo trovato nulla se non i bilanci", ha dichiarato il presidente del collegio, Giuseppe Cernuto. Anche per quanto riguarda la responsabilità della società secondo il decreto legislativo 231, "la colpa di organizzazione deve essere descritta".

In aula, questa mattina, era presente solo uno degli imputati: Massimo Cipriani, ex consigliere di amministrazione di Visibilia. L'avvocata Antonella Augemeri, sua legale, ha chiesto al Tribunale la nullità del decreto di rinvio a giudizio, sostenendo una violazione del diritto di difesa, e ha chiesto di rimandare gli atti alla Procura.

Una richiesta a cui si sono associati anche i difensori degli altri imputati. La Corte deciderà nella prossima udienza, fissata per il 13 maggio.

Intanto, sul fronte giudiziario, si attendono sviluppi anche sull’altra inchiesta che coinvolge la ministra: quella per truffa aggravata ai danni dell’INPS legata alla presunta indebita cassa integrazione COVID percepita da 13 dipendenti di Visibilia. I suoi legali non escludono che in futuro lei possa presentarsi in aula.

Nel frattempo, Giuseppe Zeno, piccolo azionista ed ex consigliere che ha dato il via all’inchiesta con le sue denunce, ha presentato un nuovo esposto alla Procura di Milano. Al centro, questa volta, la cessione in Svizzera di Athena Pubblicità, un’altra società riconducibile alla senatrice Santanchè.