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01/09/2025 17:17
La violenza sessuale avvenuta a San Zenone al Lambro, dove una ragazza di 18 anni è stata aggredita nei pressi della stazione mentre tornava verso Milano, accende il dibattito politico sulla sicurezza ferroviaria.
L’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa parla di episodio “gravissimo” e chiede un’azione immediata, a partire dalla chiusura dei sottopassi ferroviari considerati più a rischio. “I sottopassi più a rischio vanno chiusi di notte – scrive in una nota la russa- serve un censimento di quelli più pericolosi e misure tempestive”.

Accanto a lui l’assessore ai Trasporti Franco Lucente rivendica gli interventi già messi in campo: come i 214 nuovi treni dotati di telecamere, la videosorveglianza potenziata in stazione, la collaborazione con le forze dell’ordine e i Comuni per evitare che alcune zone si trasformino la sera in una terra di nessuno.

Ben più critico il Partito Democratico. Con il consigliere regionale Simone Negri che parla di “emergenza ignorata” e cita i dati della Polfer: quasi 3mila denunce nei primi sei mesi dell’anno legate a episodi avvenuti su treni e nelle stazioni della regione, con Milano in testa con 1.881 denunce, pari al 64,8% del totale. 24 invece le 24 violenze sessuali, con una media di 4 al giorno, di cui 17 verificatesi a bordo treno e 7 in stazione. “Troppo poco è stato fatto – sostiene – la giunta alimenta paura e propaganda, ma mancano azioni concrete per tutelare i pendolari, soprattutto le donne”.

E anche la Lega alza i toni. Per il deputato Fabrizio Cecchetti “la violenza di San Zenone è assurda e inaccettabile” e servono risposte durissime: più controlli, pene certe e persino, ipotizza il deputato, la castrazione chimica per chi commette reati sessuali.

Un botta e risposta che riaccende il tema della sicurezza ferroviaria in Lombardia, mentre resta l’urgenza di risposte efficaci per chi ogni giorno, e soprattutto ogni notte, viaggia sui treni regionali.