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13/02/2025 19:14
Le soluzioni ai problemi e la disponibilità al dialogo con gli enti territorio, messi nero su bianco nella lettera inviata al ministero dell’ambiente, non convincono comuni e associazioni dell’area in cui si vorrebbe costruire il grande impianto eolico chiamato Monte Giarolo.
Per il progetto, che prevede l’installazione di venti aerogeneratori per una potenza di circa 124Mw sui crinali appenninici tra l’alta valle Staffora e le valli piemontesi Curone e Borbera, nelle scorse settimane si è chiusa la fase di consultazione pubblica con una netta (e trasversale) contrarietà di istituzioni come regioni, province e comuni, associazioni, operatori economici e cittadini che hanno inviato centinaia di osservazioni critiche a Roma.
Anche il Ministero della cultura, che decidere di concerto con il Ministero dell’ambiente, il mese scorso, si è espresso in modo molto critico a riguardo. Nelle sue “controdeduzioni” - scrive il Comitato per le 4 province in una nota - “La ditta ignora le questioni più spinose, sfuggendo dal confronto su norme, dati e relative fonti”.
Le carenze dello studio anemometrico (ovvero relativo al “carburante” dell’impianto, il vento) e l’insufficienza delle indagini geologiche, secondo gli attivisti, sono state “liquidate con frasi generiche” e non ci sarebbe stato alcun “degno approfondimento sulla questione del dissesto idrogeologico”.
Anche la disponibilità al dialogo e le possibili intese su "misure compensative” a cui fa rifermento l’azienda nel documento, secondo il comitato, sarebbero poco concrete e suonerebbero come una “mancia” per un territorio che si dimostrato “contrario in modo unanime al progetto”.