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04/08/2025 12:01
Un tempo sarebbe stata una nomina tecnica, destinata a passare inosservata tra le pieghe della burocrazia municipale. Ma oggi, con l’urbanistica milanese finita al centro di una maxi inchiesta della Procura e sette persone arrestate – tra cui l’ex assessore Giancarlo Tancredi, l’imprenditore Manfredi Catella e l’ex presidente della stessa Commissione Giuseppe Marinoni – anche il rinnovo della Commissione Paesaggio è diventato un affare delicatissimo.
Dopo le dimissioni, a cascata, di tutti i componenti lo scorso maggio – alcuni coinvolti direttamente nelle indagini, altri dimissionari per scelta politica – il Comune ha deciso di voltare pagina. A giugno, il Consiglio comunale ha approvato le nuove regole per il funzionamento dell’organismo tecnico-consultivo, imponendo paletti più rigidi: riduzione da 15 a 11 membri, mandato triennale invece che quadriennale, e soprattutto il divieto di esercitare attività di libera professione sul territorio cittadino per tutta la durata dell’incarico. Una stretta voluta per prevenire nuovi conflitti d’interesse e blindare l’indipendenza dei pareri espressi dalla commissione.
Il bando per il rinnovo è stato aperto tra il 1° e il 15 luglio: ventotto i professionisti che hanno presentato candidatura per entrare a far parte della nuova Commissione Paesaggio, in carica dal 2025 al 2028, 11 i posti disponibili.
Ora sono stati ufficializzati anche i nomi dei tre funzionari comunali che avranno il compito di vagliare i curriculum e selezionare gli undici nuovi membri. A guidare la terna sarà Filippo Salucci, architetto e city operation manager del Comune di Milano. Con lui siederanno l’architetto Paola Taglietti, responsabile della Pianificazione e programmazione della mobilità, e Marco Ciacci, ex comandante della polizia locale, oggi a capo della direzione Legalità e Controlli di Palazzo Marino.
A loro toccherà l’onere di individuare le figure più adatte a garantire la coerenza tra i progetti urbanistici e i principi di tutela paesaggistica. Un compito che mai come oggi, dopo i sospetti di pressioni e consulenze ricompensatorie emersi dalle carte dell’inchiesta, richiede rigore, competenza e totale impermeabilità a ogni condizionamento.