Il robot Pepper al fianco dei pazienti parkinsoniani

  • Categoria: Territorio
  • Pubblicato: Venerdì, 25 Luglio 2025 11:30
  • 25 Lug

Tecnologie all’avanguardia e approccio multidisciplinare al servizio dei pazienti con Parkinson.

All’Istituto De Rodolfi di Vigevano si è concluso un semestre intenso per la sezione locale dell’Associazione pavese parkinsoniani (App), impegnata in attività riabilitative e in un innovativo progetto sperimentale che impiega un robot sociale.

Dal 13 gennaio al 4 luglio si sono svolti ben 75 incontri dedicati a ginnastica dolce posturale, pancafit, pilates, logopedia e musicoterapia, con una partecipazione media di 15 persone su 20 soci iscritti. Le sedute, coordinate dal professor Massimo Zanotti, dalla professoressa Maria Augurusa e dal musicoterapista Umberto Tenaglia, si sono tenute nei locali dell’Istituto De Rodolfi di via Bramante.

Ma il vero cuore dell’iniziativa è stato il progetto “ToM&Pepper Lab”, sviluppato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con Asmv – Azienda Speciale Multiservizi Vigevano, con l’obiettivo di valutare l’efficacia del robot Pepper nel supportare le funzioni cognitive di pazienti parkinsoniani in fase iniziale.

Il progetto, guidato dal professor Davide Massaro, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, ha coinvolto 15 soci dell’App. Per dodici settimane, da metà gennaio ad aprile, i partecipanti hanno preso parte a sessioni settimanali di circa 20 minuti, durante le quali, affiancati da un terapeuta, hanno interagito con il robot. Le attività erano pensate per stimolare memoria, attenzione, linguaggio e abilità socio-cognitive, attraverso esercizi mirati e scenari interattivi basati sulla “Teoria della mente”, ovvero la capacità di comprendere emozioni e intenzioni altrui.

«Il progetto – spiega Andrea Deplano, direttore generale di Asmv – ha dimostrato un’elevata fattibilità. I primi riscontri qualitativi mostrano un buon livello di accettazione e coinvolgimento da parte dei partecipanti. È attualmente in corso l’analisi dei dati quantitativi per valutare in modo più approfondito l’efficacia dell’intervento. I risultati preliminari sono promettenti e ci spingono a proseguire su questa strada».

L’obiettivo, aggiunge Deplano, è quello di ampliare la sperimentazione non solo ad altri pazienti affetti da Parkinson, ma anche ad altre categorie presenti nella struttura, consolidando l’integrazione di strumenti tecnologici avanzati nei percorsi assistenziali.

Accanto al professor Massaro, partecipano al progetto anche i ricercatori Laura Miraglia, Giusi Figliano, Tullia Romanelli, Federico Manzi e Antonella Marchetti, impegnati nel monitoraggio e nell’analisi dell’intervento.

Una sperimentazione che dimostra come scienza, tecnologia e approccio umano possano andare di pari passo nel migliorare la qualità della vita delle persone affette da patologie neurodegenerative.