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15/12/2025 17:41
Nella città meneghina la parola “casa” è sempre più difficile da pronunciare. Prezzi che salgono, affitti introvabili, famiglie costrette a spostarsi sempre più lontano. È dentro questo scenario che, un anno fa, nasceva il Fondo Schuster, voluto dalla Diocesi e gestito da Caritas Ambrosiana per rispondere a un’emergenza che non è più invisibile.
Dodici mesi dopo, il primo bilancio racconta numeri concreti. Oltre 2 milioni di euro raccolti, grazie al contributo di Diocesi, Fondazione Cariplo, Fondazione Vismara e anche di cittadini e aziende. Risorse trasformate in aiuti diretti: 458 mila euro erogati a 244 persone e famiglie per affitti, bollette, spese urgenti legate all’abitare.
Ma il cuore del progetto è un altro: ridare vita alle case vuote. Il Fondo ha già investito o impegnato 1 milione e 143 mila euro per la riqualificazione di 37 alloggi tra Milano, Lecco e Varese. Piccoli appartamenti, spesso sotto soglia, recuperati e destinati a single, coppie, nuclei fragili, con canoni calmierati e percorsi di accompagnamento sociale.
Nel capoluogo lombardo, alcuni di questi alloggi sono già abitati. Altri lo saranno a breve. A Lecco e Varese i cantieri sono in corso, grazie anche alla collaborazione di Comuni, parrocchie e fondazioni.
Per l’arcivescovo Mario Delpini, però, il problema resta culturale prima ancora che economico: “Le case non servono per fare soldi, ma per essere case”. Il Fondo Schuster non vuole sostituirsi al mercato, ma smuovere le coscienze, coinvolgere territori e comunità, chiedere a chi possiede immobili di fare una scelta diversa.
Un anno dopo, qualcosa si muovi. Ma a Milano, dove l’emergenza abitativa corre più veloce di chi prova a fermarla, la strada è ancora lunga.