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14/04/2025 17:32
Silenzio tombale davanti al giudice. Nessuno dei quattro arrestati per l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico leader della curva nord dell’Inter, ha risposto alle domande del gip di Milano Daniela Cardamone, nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto lunedì mattina. Il capo ultrà, 69 anni, era stato assassinato il 29 ottobre 2022, sotto casa sua, in via Fratelli Zanzottera, nel quartiere milanese di Figino. Cinque colpi di pistola lo colpirono mentre stava rientrando. Ora, dopo quasi tre anni di indagini, la ricostruzione dell’agguato comincia a delinearsi con chiarezza.

A Pietro Andrea Simoncini, considerato l’esecutore materiale dei colpi, e a Cristian Ferrario, accusato anche della detenzione dell’arsenale scoperto a novembre 2024 a Cambiago (Kalashnikov, bombe a mano, munizioni), è stato notificato l’avviso di garanzia. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Stessa scelta per Gianfranco e Marco Ferdico, padre e figlio, ritenuti gli organizzatori dell'agguato: secondo la procura avrebbero fornito supporto logistico, tra cui il furgone per nascondere lo scooter usato nell’agguato, i telefoni criptati e l’arma del delitto.

All'appello manca ancora un ultimo interrogatorio: quello di Daniel D’Alessandro, arrestato nei giorni scorsi in una località balneare sulla costa bulgara del Mar Nero dove si era rifugiato. Anche lui è accusato di aver partecipato materialmente all'omicidio insieme a Simoncini. Le autorità italiane attendono l'estradizione per poterlo ascoltare.

Ma il quadro investigativo si è rafforzato grazie alla collaborazione con la giustizia di Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord, già in carcere da settembre per un altro omicidio legato alla faida con esponenti della 'ndrangheta, tra cui Antonio Bellocco. È proprio Beretta, nei verbali citati nell’ordinanza di custodia cautelare, a fare nomi, raccontare moventi, ricostruire i passaggi dell’omicidio.

“Per quanto riguarda l'omicidio Boiocchi, non c'entra niente Antonio Bellocco e la famiglia Bellocco, siamo stati noi a organizzare tutto”, avrebbe dichiarato Beretta agli inquirenti. Secondo quanto riferito, la decisione di eliminare Boiocchi sarebbe maturata in seguito a forti contrasti sulla gestione economica della Curva Nord e, in particolare, sulla spartizione dei proventi legati al merchandising e al negozio ufficiale. Dall’analisi dei messaggi, conferma il gip, emergono "discussioni sempre più accese" e "una frattura insanabile" tra i due.

Beretta avrebbe quindi deciso di risolvere la questione nel sangue: 50mila euro per togliere di mezzo Boiocchi.