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20/02/2025 15:10
La storia è di quelle kafkiane, volendo usare un aggettivo spesso accostato alle vicende giudiziarie italiane. Un 43enne della Repubblica Ceca è stato condannato a sei anni di carcere per violenza sessuale di gruppo, avvenuta su un Intercity della tratta Genova-Milano. Ma la condanna - a causa della omessa notifica al diretto interessato - è stata annullata. In sostanza l'uomo è stato processato e condannato senza che lui sapesse nulla.

Per fare un po' di ordine bisogna tornare a ben 18 anni fa. Il 7 ottobre del 2007 una ragazza - la vittima della violenza - spiega agli agenti della Polfer di Voghera che un gruppo di tre giovani l'ha molestata all'interno dello scompartimento di un treno, dopo aver chiuso la porta e le tendine. Gli aggressori vengono fermati a Milano, ma il processo inizia cinque anni dopo e nessuno dei tre è presente in aula. Quello con la posizione più grave viene rintracciato - e arrestato - addirittura dopo 15 anni, nel 2022. Nel frattempo, però, il processo a suo carico si era già concluso, sia in primo grado - in tribunale a Pavia - che in appello.

Era stato dichiarato "libero e contumace", ma in realtà si trovava in carcere a Cagliari e - a suo dire - non gli era mai stato notificato nulla. A rendere la situazione ancora più paradossale è il fatto che il suo fascicolo era finito al macero perchè era stato bagnato dopo "una fuoriuscita di liquami nell’archivio", come ha dichiarato il tribunale di Pavia. Impossibile, quindi, stabilire se il 43enne sia stato effettivamente informato del rinvio a giudizio. La Corte d’appello di Milano, due giorni fa, ha quindi dichiarato la "nullità assoluta" del procedimento. A 18 anni di distanza dai fatti, insomma, il processo è da rifare.