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06/05/2025 18:22
Liliana Barone, la donna di Colli Verdi accusata dell’omicidio dello zio acquisito Carlo Gatti, sarà giudicata con il rito abbreviato ma, come richiesto dalla difesa, condizionato all’esame del consulente tecnico delle scientifica milanese Dario Redaelli. È quanto deciso martedì mattina dal giudice di Pavia Luigi Riganti al termine dell’udienza in cui avrebbe dovuto essere affidato l’incarico per la perizia psichiatrica sulla donna, che dal 4 febbraio dell’anno scorso è detenuta nel carcere di Vigevano. La perizia dovrebbe stabilire le esatte condizioni di salute psichica di Barone anche alla luce di pregressi problemi di alcolismo. Il giuramento del perito del tribunale è stato rinviato al 20 maggio.
Il consulente della difesa Redaelli, noto per aver seguito casi di cronaca nera finiti alla ribalta nazionale, sarà invece sentito il 25 giugno e a seguire, come richiesto dalla Procura nell’udienza di martedì, saranno invece ascoltati anche i carabinieri del Ris di Parma e quelli del Nucleo investigativo di Pavia che hanno svolto i rilievi nella villetta della frazione Canavera di Colli Verdi.
Le ricostruzioni degli esperti portano infatti a conclusioni opposte. Secondo l’accusa la donna avrebbe colpito l’89enne con alla nuca, per poi lasciarlo morire sul pavimento della camera da letto. Secondo la difesa si è trattato solo di un tragico malinteso: lo stato di confusione mentale derivante dallo shock unito all’assunzione di alcool avrebbero contribuito a far aumentare i sospetti su di lei, con ricostruzioni dei fatti incongruenti e ammissioni di colpe che, in realtà, non ci sarebbero state.