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31/10/2024 17:44
Nessuna risposta alle domande del giudice, ma solamente dichiarazioni spontanee. Il copione si ripete man mano che davanti al gip Fabrizio Filice si siedono gli indagati per l’inchiesta hacker esplosa a Milano negli scorsi giorni e che è arrivata al momento degli interrogatori di garanzia giovedì mattina.
Il primo ad entrare, intorno alle 9.30, è l'esperto informatico Samuele Nunzio Calamucci, considerato il braccio destro dell'ex super poliziotto ed amministratore delegato di Equalize, Carmine Gallo. Calamucci oggi ai domiciliari, avrebbe detto al magistrato di aver letto sulla stampa cose che, da un punto di vista empirico, sarebbero impossibili da realizzare. Dichiarazioni si riferirebbero alla presunta capacità del gruppo di 'bucare' lo Sdi, il Sistema di Indagine delle Forze dell’Ordine.
Anche Gallo, ascoltato poco dopo, si avvale della facoltà di non rispondere e, attraverso i suoi legali, fa sapere di voler prima conoscere gli atti dell’inchiesta. Nelle dichiarazioni spontanee, avrebbe semplicemente detto di essere un servitore dello stato e di voler parlare ai pm per dimostrare la sua innocenza. Ai giornalisti che gli chiedevano come si sentisse ad essere in tribunale nelle vesti di indagato, Gallo ha invece risposto semplicemente “è la vita”.
Anche i tecnici informatici Giulio Cornelli e Massimiliano Camponovo, entrambi ai domiciliari, hanno scelto di non rispondere alle domande del gip, ma nelle dichiarazioni spontanee emergono nuovi aspetti. Cornelli avrebbe detto di voler chiarire tutto per uscire da questa brutta situazione. Il suo avvocato ha spiegato che il suo cliente si troverebbe coinvolto in una vicenda delicata dai contorni ancora da definire.
Più allarmanti le parole di Camponovo, che avrebbe parlato anche di timori per la sua incolumità e quella della sua famiglia. “Ricevevo i dati e facevo i report – avrebbe detto al Gip nelle sue dichiarazioni spontanee – ma avevo capito che dietro c'era qualcosa di oscuro”. Non solo, perché Camponovo avrebbe parlato anche di "una mano oscura che muove questo sistema".
A confermare il ruolo apicale di Gallo, invece, sono state le parole del poliziotto Marco Malerba, l’unico sinora a rispondere al gip, che ha ammesso di aver fatto dei controlli nella banca dati dello Sdi per contro del suo ex superiore.
E mentre proseguono i colloqui in Tribunale, emergono altri dettagli sull’inizio dell’inchiesta, nata da un pedinamento di un uomo legato alla criminalità organizzata che si sarebbe incontrato con Gallo in un locale del centro di Milano, in piazza Fontana, nell’estate del 2022. Il nome dell’uomo rimane al momento nascosto.