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17/07/2025 17:45
Sono addirittura tre gli ospedali di Milano considerati i migliori d'Italia in una classifica che mette in fila le strutture che trattano i casi più complessi e attraggono molti pazienti da altre regioni.

Secondo l’analisi del Sole 24 Ore infatti, l’ospedale IRCCS Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano si conferma primo in Italia con un punteggio di 145,3. Questa valutazione tiene conto appunto della complessità dei casi trattati (i cosiddetti Drg) e del numero di pazienti provenienti da altre regioni, quindi la sua capacità di attrarre utenti da tutto il Paese.

Sul podio completano la classifica due strutture del Gruppo San Donato: il Humanitas di Rozzano (129,3 punti) e il San Raffaele di Milano (94,6 punti). Un risultato che riflette la forza del sistema ospedaliero lombardo e, più in generale, del Nord, dove ben 12 dei 21 eccellenti nosocomi si trovano nelle regioni settentrionali .

Di contro, il Sud Italia conta solo due strutture nella top 21: l’Azienda Ospedaliera Dei Colli di Napoli e la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Un dato che evidenzia l’accentuato squilibrio territoriale, responsabile anche del fenomeno dei cosiddetti "viaggi della speranza": nel 2023 il valore delle cure fuori regione ha sfiorato i 3 miliardi di euro.
Pur riconoscendo lo sforzo delle eccellenze, non possiamo ignorare le criticità: in particolare, la carenza di personale nei pronto soccorso, assente fino al 38% in alcune strutture.

Ma c’è una risposta politica: il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato l’imminente presentazione, già dopo l’estate, di due collegati alla Legge di Bilancio. Il primo punta al riordino delle professioni sanitarie, il secondo al rafforzamento della rete ospedaliera e territoriale, con la creazione di "ospedali nazionali di riferimento", anche al Sud, dotati di attrezzature e personale dedicati.

In sintesi, emergono da un lato le lodevoli prestazioni delle eccellenze italiane – su tutte, il Galeazzi – e dall’altro una persistente disparità territoriale. La sfida resta: estendere qualità e accessibilità delle cure su tutto il territorio nazionale, preservando i principi di universalità e gratuità del Servizio Sanitario Nazionale.