Eventi a Vigevano:

Dal 09-03-2025 al 19-10-2025
AMORI E PASSIONI - Attualità del melodramma
Dal 17-05-2025 al 01-06-2025
"TRATTI D'ANIMA"
Dal 31-05-2025 al 01-06-2025
ABITARE IL FUTURO
Dal 01-06-2025 al 01-06-2025
LEONARDO. GLI SCACCHI. GLI SFORZA

Vedi tutti

Grazie a

Cerca nel sito

Cerca telefono

cognome o nome azienda

Videonews


27/05/2025 17:36
Sono passati due anni da quel sabato sera del 27 maggio 2023, quando Giulia Tramontano, 29 anni e incinta di sette mesi, fu uccisa con ferocia dal compagno Alessandro Impagnatiello nella loro abitazione di Senago, alle porte di Milano. Un delitto che sconvolse l’opinione pubblica e che diventò simbolo di una violenza consumata tra le mura domestiche.

Da allora, il nome di Giulia è diventato uno dei volti più noti del lungo e drammatico elenco delle vittime di femminicidio in Italia. La sua storia – quella di una giovane donna, originaria di Sant'Antimo, con un futuro davanti e la gioia di una maternità imminente – è finita al centro del dibattito nazionale sulla violenza di genere.

A ricordarlo è oggi, nel secondo anniversario della tragedia, la madre di Giulia, che in una storia su Instagram ha scritto parole che pesano come macigni:
“Oggi due anni senza te, senza voi. Non è cambiato nulla Giulia, sempre un dolore senza tregua, oggi più che mai”.
Un pensiero che racchiude lo strazio per una perdita doppia – Giulia e il bambino che portava in grembo – e il senso di vuoto che nulla sembra poter colmare.

Il processo di primo grado si era chiuso nel novembre 2024, proprio nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La Corte d’Assise di Milano ha condannato Impagnatiello all’ergastolo, riconoscendo le aggravanti della crudeltà, della premeditazione e della relazione affettiva. L’ex barman, reo confesso, aveva cercato per giorni di depistare le indagini, arrivando persino a partecipare agli appelli per il ritrovamento della compagna scomparsa.

Ma la vicenda giudiziaria non si è ancora chiusa. Alessandro Impagnatiello si accinge ora ad affrontare il processo d’appello, con la difesa intenzionata a impugnare la sentenza. Una mossa che inevitabilmente riapre ferite mai rimarginate per la famiglia Tramontano, chiamata ancora una volta a rivivere un incubo che, purtroppo, sembra non avere fine.