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29/05/2023 17:21
Un contratto atteso da tre anni e che ancora non sembra essere in dirittura d’arrivo. I lavoratori del Teatro alla Scala hanno deciso di incrociare le braccia, davanti alle difficoltà nel trovare un punto d’accordo con la direzione del Piermarini sul contratto che ormai è scaduto nel 2020 ed è stato prorogato di due anni causa pandemia.
Al centro delle rivendicazioni, un aumento degli stipendi per far fronte all’impennata dell’inflazione. Nello specifico la richiesta è di un incremento non inferiore al 5% sulla retribuzione annua lorda.
Davanti alle difficoltà nelle trattative, però, i sindacati si sono detti pronti a mettere in atto ogni azione possibile.
Una situazione che il sindaco Beppe Sala, a capo del Cda del Piermarini, commenta così.
E, a proposito di sovrintendente, sullo sfondo resta il tema del cambio al vertice del teatro, con il CDA che al momento non sa bene che in direzione andare, anche se – sottolinea il sindaco – al momento la Scala è assolutamente ben gestita.
E allora, più che concentrarsi sul lato gestionale, è meglio guardare a quello artistico. Quella presentata lunedì mattina sarà "una stagione di grandi direttori", come l’ha definita il sovrintendente Dominique Meyer: quattordici opere, nove i balletti e tanti i concerti. Dall’evento per il centenario dalla morte di Puccini a quello che segnerà finalmente il ritorno di Riccardo Muti con la Chicago Symphony orchestra.
La Prima della Scala, il 7 dicembre prossimo, vedrà sul palco il Don Carlo diretto dal maestro Riccardo Chailly. Nel corso dell’anno, nella buca del Piermarini, si susseguiranno grandi maestri del calibro di Lorenzo Viotti, Kirill Petrenko, Christian Thielemann, Michele Marconi e Daniel Harding.