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29/05/2023 18:38
Slitta di circa 2 mesi, al 31 luglio, il termine per le osservazioni al nuovo Piano di governo del territorio di Broni, a cui il Comune sta lavorando ormai da alcuni mesi: troppo stretto primo termine del 10 giugno per programma gli incontri fissati a partire dalla prossima settimana con le categorie interessate: tecnici e amministratori di condominio, associazioni di categoria e associazioni ambientaliste: l’incontro finale aperto al pubblico è fissato tra due settimane esatte, il 12 giugno al teatro Carbonetti. L’ultima revisione al piano urbanistico della città risale ormai a 13 anni fa, all’inizio della crisi del settore edilizio, quando il tema della rigenerazione urbana era ancora agli albori. “Oggi - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Cristina Varesi - è essenziale dotare il Comune di una nuova pianificazione in modo da rendere la città più attrattiva e vivibile, aumentare i sevizi e le funzioni, la sicurazza, anche quella sismica, e la qualità complessiva degli insediamenti”. Le zone in disuso, ormai non molte a dire il vero viste le diverse aree recuperate in questo decennio (dai vecchi mulini come il Meriggi trasformato in housing sociale o il Capelli, che ha fatto spazio a un centro commerciale, per arrivare al Teatro e a Villa Nuova Italia fino alle vecchie scuole elementari di via Emilia), secondo Varesi dovranno essere “riqualificate nel rispetto della sostenibilità, incentivando l’uso di materiali eco-compatibili”. A proposito di rigenerazione urbana e di riconversione di fabbricati dismessi, permane tuttora l’incognita sul futuro dell’ex Fibronit: l’area, di 140mila metri quadrati attende l’avvio del terzo ed ultimo lotto di bonifica al termine del quale sarà restituita al Comune libera dai capannoni che ancora oggi la occupano, seppur bonificati finalmente dall’amianto. Di un “progetto innovativo di tutela dell’ambiente”, da scegliere magari con un concorso di idee internazionale aveva parlato di recente il sindaco Antonio Riviezzi - Un progetto simile, aveva spiegato, “avrebbe una forte valenza simbolica, perché nascerebbe sopra un luogo che ha generato malattia e morte. Ovviamente non decideremo da soli, ma insieme agli enti preposti, che ci hanno sostenuto, alle associazioni, alle forze politiche e a tutta la cittadinanza”.