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17/07/2025 17:48
Nella giornata di venerdì tornerà a riunirsi il nuovo consiglio di amministrazione di Terre d’Oltrepò. La più grande cantina sociale della Lombardia, dopo le elezioni di una settimana fa, aspetta ancora la nomina ufficiale del presidente. I neo-eletti, infatti, non hanno ratificato le cariche nella prima riunione, come sarebbe da prassi. Perché? Da subito qualcuno ha sospettato che, una volta aperti i libri, i nuovi consiglieri abbiano potuto vedere qualcosa che li abbia convinti a non impegnarsi fino in fondo. Che la situazione fosse delicata era risaputo, altrimenti non si sarebbe arrivati alla formazione di una nuova lista – appoggiata dalla Regione – per guidare la Cantina e alle dimissioni dell’ormai precedente dirigenza. Per andare avanti si dovrà convincere i viticoltori a portare le uve, e per convincerli bisognerà pagare quanto ancora dovuto dallo scorso anno. Con quali soldi? Il sito internet specializzato Winemag pubblica una clamorosa indiscrezione: nelle casse della cooperativa ci sarebbero appena 12 euro. I fondi – sempre secondo quanto riportato da Winemag – sarebbero stati spostati alla spa per pagare i dipendenti e alcuni vecchi creditori. A prescindere dalla conferma o meno di questa indiscrezione, però, non sarebbe questo il problema principale, perché la nuova dirigenza era consapevole che avrebbe avuto necessità di trovare finanziamenti. A far tremare i polsi ai nuovi consiglieri di amministrazione sarebbe stata un’altra scoperta. Winemag ipotizza che per la società sia stata attivata una procedura di sovraindebitamento. Si tratta di un meccanismo per la ristrutturazione del debito, che però imporrebbe la vigilanza di un commissario giudiziale o di un gestore, esautorando di fatto il consiglio di amministrazione di parecchi poteri. Un’ipotesi tutta da verificare, sostenuta comunque da una testata solitamente bene informata, che spiegherebbe però perché la cooperativa e la spa non abbiano ancora ufficialmente nominato un presidente. La motivazione diffusa dalla Regione parlava di “approfondimenti” alla luce “dell’operato della precedente governance”. Dalle prossime mosse del neonato cda si capirà cosa ci sia di effettivamente concreto.