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11/07/2025 12:01
Altro che autonomia: le Regioni rischiano di essere tagliate fuori dalla gestione dei fondi europei di coesione. A Bruxelles si fa largo l’ipotesi di un cambio di rotta che spaventa molti territori, Lombardia in testa: niente più trattative dirette tra Regioni e Unione Europea, ma pacchetti standard erogati agli Stati, che poi distribuiranno le risorse dall’alto.
Un ribaltamento di paradigma che accende la polemica in Consiglio regionale, dove la Lega denuncia il rischio che i fondi finiscano inghiottiti dalle casse dello Stato, allontanandosi dai bisogni reali dei territori. Le Regioni diventerebbero semplici beneficiarie, perdendo potere decisionale e capacità di programmazione.
Ma cosa sono questi fondi di coesione? Sono strumenti chiave per ridurre i divari economici e sociali all’interno dell’Unione e sostenere lo sviluppo sostenibile. Contribuiscono a finanziare infrastrutture verdi, trasporti puliti, efficienza energetica e inclusione sociale. Solo nel ciclo 2021-2027, in Lombardia sono arrivati circa 3,5 miliardi di euro.
Il nodo vero è il futuro: nella programmazione 2028-2034 potrebbe sparire il modello che ha permesso finora alle Regioni di incidere sulle scelte. Un rischio che preoccupa non solo la Lombardia ma molte aree produttive d’Europa, pronte a fare fronte comune. E intanto, dal Nord Italia parte un pressing sul governo perché faccia valere il peso delle autonomie locali nei tavoli europei.