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11/03/2025 13:01
Avrebbero deviato l’acqua di un canale irriguo per coltivare i propri campi, togliendola però ad altri agricoltori, in un periodo di forte siccità. È tornata a processo davanti al tribunale penale di Pavia la coppia di agricoltori di Gambolò, accusata di aver danneggiato un altro agricoltore che aveva terreni a valle dei loro campi.
La vicenda risale all’estate del 2022, segnata dall’emergenza idrica, in cui c’erano stati grandi problemi per l’approvvigionamento e anche segnalazioni alle forze dell’ordine per i furti di acqua. Nell’udienza in tribunale, la prima della fase istruttoria, sono stati ricostruiti tutti i capi di imputazione. I due agricoltori dovranno rispondere di deviazione di acque, modificazione dello stato dei luoghi ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Secondo quanto ricostruito, i due imputati, nel deviare un fosso gestito dal consorzio irriguo Est Sesia, avrebbero riaffermato il loro diritto ad avere acqua per irrigare i campi. Ma così facendo, secondo l’accusa, l’avrebbero tolta ad altri agricoltori, causando danni ingenti, in particolare per quanto riguarda la coltura del riso.
Inoltre, attraverso l’ascolto di testimoni, è stato spiegato in aula come funziona il corso irriguo del cavo Bogino, quello interessato dai danni legati alla deviazione di acqua e di conseguenza alla sua sottrazione ad altre parti interessate.
Sulla vicenda inizialmente la Procura di Pavia aveva emesso un decreto penale di condanna, un procedimento che si applica per i reati punibili con una sanzione pecuniaria e che consente di saltare sia l’udienza preliminare sia il dibattimento. I due agricoltori imputati si sono però opposti, convinti di provare la loro innocenza.
La prossima udienza è stata fissata per il 12 maggio, quando il processo entrerà ancora più nel vivo. Si conta di chiudere il dibattimento entro l’autunno, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, quando potrebbe arrivare anche la sentenza.