Eventi a Vigevano:

Dal 25-10-2025 al 02-11-2025
OLTRE IL LIMITE
Dal 25-10-2025 al 09-11-2025
BIPERSONALE DI PITTURA DI NINO LANDOLINA E GIORDANO PAGLIAI
Dal 31-10-2025 al 16-11-2025
FESTIVAL DELLE TRASFORMAZIONI
Dal 31-10-2025 al 31-10-2025
Concerto delle Streghe
Dal 23-11-2025 al 21-06-2026
Musica senza Candele

Vedi tutti

Grazie a

Cerca nel sito

Cerca telefono

cognome o nome azienda

Videonews


24/10/2025 18:43
Una mattinata dentro il Beccaria per vedere con i propri occhi cosa resta, oggi, del carcere minorile finito al centro della maxi-inchiesta per violenze e torture sui detenuti. Una fotografia di una realtà che continua a preoccupare: 71 ragazzi reclusi in una struttura che ne potrebbe ospitare al massimo 55. Sovraffollamento, celle e servizi “fatiscenti”, bagni in condizioni definite “non accettabili per un Paese civile”. E lunedì l’ennesimo campanello d’allarme: un tentato suicidio.
Durante il sopralluogo del Consigliere Regionale di Patto Civico, Luca Paladini, è emerso che cinque operatori attualmente indagati lavorano ancora all’interno dell’istituto, pur senza contatto con i minorenni. E nessuno dei 33 giovani che hanno denunciato pestaggi e abusi nei mesi scorsi è oggi presente nella struttura. Ma chi entra – raccontano – conosce bene la fama del Beccaria, e la paura pesa.

Un’ispezione che arriva a pochi giorni dagli ultimi sviluppi dell’inchiesta: tra i 51 indagati compaiono anche i cappellani don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio, accusati di omessa denuncia. Negli atti della Squadra Mobile si legge che sarebbero stati “consapevoli delle violenze”. Il 30 ottobre è fissato il maxi incidente probatorio per cristallizzare le testimonianze delle presunte vittime.

Il carcere così non ha più ragione di esistere: servono alternative per i giovani e luoghi diversi dal penitenziario. La richiesta politica, ora, è quella di riportare l’attenzione sul Beccaria non solo nelle aule istituzionali, ma entrando qui, dove quei ragazzi vivono ogni giorno.