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14/04/2025 11:27
Gli scontri tra la polizia e i manifestanti del grande corteo per la Palestina di sabato pomeriggio a Milano continuano a far parlare e gli organizzatori - sindacati e associazioni palestinesi – spiegheranno la propria versione dei fatti nelle prossime ore in piazzale Baiamonti, proprio dove i due fronti si sono scontrati.
Gli organizzatori – tra cui figurano Cub, SiCobas, Comunità palestinesi lombarde e Adl – parlano di “provocazione poliziesca” e di manganellate giunte “senza preavviso” sulle teste di un corteo dipinto come “animato ma pacifico”. Poco o niente si dice, invece, della scritta “Spara a Giorgia” comparsa sulla vetrina di una banca.
Una scritta condannata in maniera unanime da destra, ma anche da sinistra, nel corso del fine settimana. Lo stesso sindaco Sala, pur sottolineando “la sofferenza indicibile del popolo di Gaza”, ha definito intollerabili le minacce alla premier.
Il risultato della grande manifestazione sono sei persone denunciate - cinque uomini e una donna accusati di resistenza a pubblico ufficiale – e un messaggio, quello che invoca un cessate il fuoco immediato, oscurato dai disordini.
Un clima non certo sereno per avvicinarsi al 25 aprile, che già lo scorso anno si era trasformato in scontro Israele-Palestina nei dintorni dello striscione della Brigata Ebraica, che oggi si dice tutt’altro che tranquilla per il corteo del Giorno della Liberazione. “Eravamo già preoccupati – spiega Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica – e gli scontri di sabato ci confermano l'alta tensione in città. Noi - ha assicurato - ci saremo comunque e come sempre saremo insieme ai nostri amici ucraini”.