15/12/2025 18:54
Davanti alla Corte d’Assise di Milano prosegue il dibattimento per il rogo di via Cantoni, zona Certosa. Un incendio che, nella notte del 12 settembre 2024, ha ucciso tre giovani di origine cinese all’interno di uno showroom di arredamenti.
In aula viene ricostruita l’ultima telefonata prima della tragedia. Il titolare del magazzino racconta che uno dei ragazzi lo ha chiamato dicendo di essere intrappolato all’interno. “Non possiamo uscire”, gli disse. Il fuoco era già all’ingresso. Poi il silenzio. Di lì a poco, le fiamme avrebbero avvolto l’intero capannone.
Quel luogo, secondo quanto emerge dall’istruttoria, non era solo uno spazio commerciale: veniva usato come dormitorio. I ragazzi - Pan An, 24 anni, Liu Yinjie, 17, e Dong Yindan, 18 - dormivano lì, senza vie di fuga alternative, con un’unica uscita dal portone principale. Quando l’incendio è divampato, non hanno avuto scampo. Un epilogo troppe pesante da raccontare e altrettanto da vedere: la mamma di una delle vittime è presente in aula, non resiste alla visione delle immagini mostrate da uno dei vigili del fuoco chiamato a testimoniare e scoppia a piangere.


Sul banco degli imputati ci sono Washi Laroo, 26 anni, indicato come l’esecutore materiale, e i presunti mandanti Yijie Yao e Bing Zhou. Le accuse, contestate dal pm Luigi Luzi, sono pesantissime: omicidio volontario plurimo, incendio e tentata estorsione. Il movente, secondo l’impianto accusatorio, ruota attorno a una richiesta di denaro: un presunto debito da 40 mila euro, che il proprietario però nega.