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30/10/2024 18:00
Quattro pagine fitte di numeri, stralci di bilanci, citazioni più o meno credibili, per denunciare fatti e misfatti di una gestione della cantina che non avrebbe raggiunto i risultati promessi ai soci dopo anni molto difficili.
Dopo aver dato il via, con un esposto in procura sulla presenza di glicerina in alcune partite di spumante, all’ultimo terremoto culminato con l’arrivo degli elicotteri dei carabinieri sulla sede di Broni, 3 anni e mezzo fa, e aver rivelato l’avvento della nuova governance dell’ex presidente, nel 2022, la “gola profonda” dell’industria vinicola dell’Oltrepò, tal "Mario Sala”, riappare con un’altra lettera “anonima” il cui bersaglio, questa volta, è il nuovo consiglio della cooperativa più grande della Lombardia, il terzo che si succede in poco meno di tre anni.
Tra le varie cose nella lettera si parla in modo critico anche del recente annuncio dell’amministratore di costituire una nuova Società per azioni, controllata comunque dalla cooperativa che oggi conta poco più di 500 soci. Al centro degli strali del sedicente socio della cantina, che avrebbe inviato la stessa lettera anche ad altre testate giornalistiche oltre che alle associazioni agricole, al Consorzio dei vini e alla Consob, c’è anche questo, l’addio di oltre 150 aziende alla coop nel giro di pochi anni, oltre a una additata gestione familistica della cooperativa.