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23/04/2025 17:10
C’è una poltrona vuota, simbolicamente parlando, sotto la volta affrescata della Cappella Sistina. E arriva da Milano. Per la prima volta in oltre cent’anni, la diocesi ambrosiana – la più grande d’Europa – resta fuori dal Conclave. Nessun prelato milanese tra i cardinali chiamati a scegliere il successore di Papa Francesco.
L’arcivescovo Mario Delpini, scelto da Bergoglio nel 2017, non è stato nominato cardinale. E questo lo tiene fuori dal gruppo ristretto che eleggerà il prossimo Pontefice. Una scelta che rompe una tradizione consolidata, quella che voleva l’arcivescovo di Milano inevitabilmente porporato: da Schuster a Montini, diventato poi Paolo VI, da Martini a Tettamanzi, fino ad Angelo Scola. Tutti cardinali, tutti protagonisti.
Delpini, invece, ha sempre preferito stare qualche passo indietro. Quando assunse l’incarico, chiese di essere chiamato semplicemente “Mario”, in un segno di sobrietà che oggi assume un sapore amaro. Perché, pur essendo alla guida della diocesi più popolosa del continente, il suo nome non figura tra i cardinali del Conclave.
La scelta ha suscitato polemiche, specie dopo una battuta su Oscar Cantoni, cardinale di Como: “Forse il Papa ha pensato che i bauscia di Milano non sappiano neanche dov’è Roma”.
Eppure, Delpini non sembra soffrirne troppo. Durante la messa di suffragio in Duomo, gremito di fedeli e con tutte le autorità in prima fila, ha espresso parole chiare: “Francesco è stato un profeta della pace, ostinato. E forse inascoltato”. E ha aggiunto un’amarezza sottile: “Ha voluto bene a Milano. Ma non so se tutti i milanesi abbiano ricambiato”.
Intanto, al Conclave, la Lombardia ci sarà solo con il bergamasco Pierbattista Pizzaballa, mentre i grandi nomi del passato sono tutti esclusi per età. A rappresentare il clero italiano saranno altri. Milano osserva da lontano, fuori dalla stanza dove si decide il futuro della Chiesa.