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10/07/2025 18:14
Al Beccaria di Milano il 90% degli agenti in servizio ha meno di tre anni di esperienza. Un dato che racconta molto più di quanto sembri. Perché in un istituto penale minorile già sovraccarico e che da diverso tempo da i conti con emergenze continue, la mancanza di personale esperto pesa. E statisticamente, ogni volta che crescono i numeri dei detenuti, aumentano anche le rivolte.
Lunedì 7 luglio è successo di nuovo: attorno alle 20 cinque minori si sono rifiutati di rientrare in cella, pretendendo sigarette. Dopo un’ora di tensione, in quattro hanno devastato una sezione intera, distruggendo luci, telecamere e arredi. Due, isolati in cella dopo l’intervento, hanno continuato a danneggiare tutto ciò che trovavano.
La calma è tornata solo attorno alle 23, grazie a un intervento coordinato che ha coinvolto anche agenti fuori servizio. Ma molti poliziotti hanno dovuto ricorrere alle cure mediche: i detenuti si erano armati con pezzi di mattonelle e suppellettili.
Per il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, il vero problema è la gestione. Tanti minori sono stranieri, spesso non accompagnati, con fragilità psichiche. “Questa – dice il SAPPE – è la realtà, ed è molto lontana dalle storie di amicizia e di amore che guardiamo nella fiction Mare Fuori”. E ancora: “La giustizia minorile arriva sempre troppo tardi. Prima dovrebbero esserci la scuola, la famiglia, lo Stato. Ma spesso, purtroppo, quei passaggi mancano del tutto”.