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19/02/2025 18:12
Uomo di grande forza e bontà. Così i manifesti funebri hanno descritto Francesco Valle, morto a 87 anni a Milano. Nonostante l'annuncio funebre ne lodi la bontà d'animo e la saggezza, Valle era stato condannato in cassazione a 21 anni per associazione mafiosa, ma dal 2016 era ritornato libero, perché per motivi la sua salute non era compatibile con il regime carcerario. A molti nel mondo delle associazioni antimafia e non solo l'elogio funebre ha fatto storcere il naso, perché il clan Valle è stato un sodalizio criminale legato all'ndrangheta, attivo in Lombardia dall'inizio degli anni '80. Fuggiti dal quartiere Archi di Reggio Calabria, perché coinvolti in una faida, approdarono a Vigevano, dove si dedicarono in modo particolare all'usura e all'estorsione. Nel 1992 per la prima Volta Ciccio Valle, i figli e alcuni complici finirono in carcere per usura, a seguito della denuncia della gioielliera Vigevanese Maria Grazia Trotti, che portò anche alla confisca dei beni vigevanesi. Una volta scontata la pena si sono trasferiti prima a Bareggio e poi a Cisliano, stringendo rapporti stretti con il clan Lampada, e dedicandosi soprattutto alla gestione del business dei videopoker, ma non tralasciando l'usura e l'estorsione. Hanno stabilito il loro quartier generale alla Masseria. Nel 2010 vengono di nuovo arrestati e condannati poi in via definitiva per associazione mafiosa nel 2016.