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23/01/2025 09:18
Un anno e mezzo di cantieri per un impianto destinato a durare 30 anni, in aggiunta alle compensazioni previste, che potrebbero riguardare anche i parchi. Questi alcuni dettagli resi noti dalla società che punta a costruire un agrivoltaico, nella zona di Sant’Albino, a Mortara.
Il progetto, stando a quanto trapelato in un incontro con assessori e consiglieri comunali, riguarderebbe anche i centri limitrofi di Cergnago, San Giorgio, Ottobiano, Valeggio, Scaldasole e Pieve Albignola. A essere interessati 25 chilometri di condutture sotterranee.
L’opera, per cui si attende il via libera dal ministero dell’Ambiente, verrebbe realizzata al 76% su terreni agricoli su cui si potrebbe continuare a coltivare piante quali soia, colza, avena e risone. Una spiegazione che non ha convinto né i consiglieri di minoranza né quelli di maggioranza, preoccupati dall’impatto che il progetto avrebbe sul riso, la principale pianta coltivata in Lomellina.
L’obiettivo, secondo la ditta, è quello di limitare, se non eliminare la visibilità dell’impianto, che avrebbe una potenza complessiva di 108 megawattora. Tra le compensazioni per l’opera, spiega ancora l’azienda, le ipotesi vanno dalla creazione di piste ciclabili al fotovoltaico sui tetti degli edifici comunali, come la casa di riposo, l’auditorium, l’ospedale e i centri sportivi. Ma non è escluso che una parte possa andare anche alla rigenerazione dei parchi cittadini, come ad esempio il Parco Nuovi Nati, per cui da oltre vent’anni si attende un piano di recupero.
Nei mesi scorsi il Comune di Mortara, Provincia, Regione e diverse associazioni hanno presentato osservazioni al progetto. Le risposte sono attese in un massimo di 130 giorni. Dopodiché, in caso positivo, è prevista la conferenza dei servizi. L’iter potrebbe concludersi nel giro di un anno.