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06/05/2025 17:08
Resta in carcere Khalid Achak il 50enne marocchino che sabato sera, a Settala, in provincia di Milano, ha ucciso la moglie Amina con almeno quindici coltellate davanti alla figlia di 10 anni. Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Emanuele Mancini, ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, evidenziando un “quadro di elevata gravità indiziaria” e il concreto pericolo di reiterazione del reato.
Secondo quanto emerge dall’ordinanza, l’uomo avrebbe agito con “fermezza nella volontà omicidiaria” e “indifferenza verso la tragedia generata”, aggravata dal fatto che a dare l’allarme è stata proprio la figlia, testimone diretta della violenza. Il grido disperato della bambina — “Papà, no!” — è stato sentito anche da un vicino di casa, che ha contribuito a ricostruire quanto accaduto. Dopo il delitto, Khalid non ha prestato soccorso né ha contattato i carabinieri.
Durante l’interrogatorio di convalida, il 50enne ha ammesso di aver colpito la moglie “in uno stato di ira”, sostenendo che lei lo avrebbe minacciato di denunciarlo ingiustamente. Ma il giudice ha rigettato ogni ipotesi attenuante: nel provvedimento si parla di “inusitata violenza”, anche alla luce delle precedenti denunce della donna nel 2022 e delle testimonianze dei vicini, che lo descrivono come una persona incline alla perdita del controllo e con problemi legati all’alcol.
Per venerdì è fissata l’autopsia sul corpo della vittima. Khalid, detenuto a San Vittore e assistito dall’avvocato Giorgio Ballabio, rischia l’ergastolo per omicidio pluriaggravato.