Cerca nel sito

Cerca telefono

cognome o nome azienda

Videonews


14/11/2025 10:57
Il capoluogo lombardo si prepara a far scattare uno degli aumenti più alti di sempre sulla tassa di soggiorno, a partire dal 1° gennaio 2026. Una decisione che arriva mentre la città corre verso l’anno di Milano-Cortina: il decreto “Anticipi” permette ai Comuni entro 30 chilometri dalle sedi delle gare di alzare la tassa fino a cinque euro in più. Una spinta che Palazzo Marino considera necessaria per coprire i costi dei servizi nell’anno olimpico.
Ma per capire l’impatto, basta guardare indietro di un solo anno. Nel 2025, la stessa imposta era molto più bassa:
• 3 stelle: si passa da €6,30 a €7,40
• 4 e 5 stelle: da €7 euro a €10
• per gli affitti brevi: da €6,30 a €9,50
• hotel a 1 stella: da €3,50 a €4 euro
• 2 stelle: €da 4,90 a €5
• ostelli e campeggi: da €3,50 a €3 (unica fascia in calo)
Nel giro di due stagioni la pressione fiscale sul turismo è salita fino al 317% per alcune categorie. Un esempio pratico: una famiglia che prenota tre notti in un appartamento medio nel 2025 pagava circa 75 euro di imposta; nel 2026 supererà i 110 euro. Quasi la metà del costo della vacanza va in tasse.
Gli operatori parlano di un rischio concreto: –30% di flussi turistici proprio nell’anno dei Giochi. Federalberghi teme un contraccolpo anche per fiere e congressi, con la possibilità che gli eventi vengano spostati su altre città fino al 2027.
Il Comune difende la misura: l’imposta – dice l’assessora al Turismo Martina Riva – serve a finanziare trasporti, pulizia, sicurezza e musei. Ma con il decreto governativo che trattiene la metà del nuovo gettito, l’aumento è diventato più alto di quanto l’amministrazione avrebbe voluto. Ora la delibera corre verso il Ministero dell’Economia, mentre il settore avverte: «Milano rischia di diventare troppo cara per chi la tiene viva davvero».