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12/03/2025 10:39
Le pressioni hanno funzionato. Inter e Milan hanno presentato – con una settimana di ritardo – le 300 pagine del Documento di Fattibilità delle Alternative progettuali, ossia il tassello che sblocca la fase di acquisto dello stadio di San Siro e delle aree circostanti da parte dei club. Nel fascicolo sono riportati anche i soldi che le squadre sarebbero disposte a mettere sul piatto per l’operazione. Cifra naturalmente tenuta segreta, dal momento che adesso partirà la negoziazione. Base d’asta, 197 milioni di euro, come stabilito dall’agenzia delle entrate, ma secondo i club, andrebbero sottratti i costi delle bonifiche – tutt’altro che irrilevanti – ma il Comune difficilmente vorrà concedere lo sconto.
Per quanto riguarda il progetto, Inter e Milan tracciano a grandi linee il destino dell’area, parlando di uno “stadio all’avanguardia, inserito in un progetto di rigenerazione urbana, nel segno di innovazione, sostenibilità e accessibilità”. Parole generose, ma che non dicono ancora nulla su quello che sorgerà di fianco al Meazza, dove oggi ci sono i parcheggi e il Parco dei Capitani.
Al posto della Scala del Calcio, invece, qualche dettaglio in più è emerso: rimarranno in piedi parte della Curva Sud, una parte della Tribuna e una delle torri elicoidali, nello specifico quella che affaccia sull’ex trotto. Il resto dello stadio, con tutto il suo passato e la sua storia, verrà demolito. È questo il disegno generale che permetterà, secondo le società, di superare l’ostacolo del vincolo sul secondo anello che, come annunciato dalla sovrintendenza - scatterà a settembre. Per questo i tempi sono tutt’altro che rilassati e l’obiettivo è di completare l’iter di vendita entro l’estate.
"È un passaggio importante – ha commentato il presidente dei rossoneri, Paolo Scaroni – ma è il primo di un percorso in cui nulla è dato per scontato. Ciò che è certa – ha aggiunto – è la volontà e la determinazione dei due Club in questa direzione”. Stessa linea in casa nerazzurra: “è un atto molto importante per i due club – ha detto il numero uno Giuseppe Marotta – che contribuiranno allo sviluppo di Milano”.
Dal Comune invece, nessun entusiasmo, ma la semplice promessa di esaminare molto attentamente le carte.