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06/05/2025 17:09
Quando la sanità chiama i Carabinieri, la politica risponde con lo scontro. È il caso della Lombardia, dove la firma di un protocollo d’intesa tra Regione e il nucleo dei carabinieri del Nas per contrastare le liste d’attesa ha acceso la miccia del dibattito. L’accordo prevede verifiche a tappeto su ospedali e prescrizioni, per individuare eventuali anomalie o pratiche scorrette che ostacolano l’accesso tempestivo alle cure.
Una mossa che la Giunta difende come ulteriore passo per garantire trasparenza e correttezza, ma che per le opposizioni è la conferma di un sistema al collasso.
Il Partito Democratico attacca duramente la scelta di coinvolgere le forze dell’ordine, leggendo nel protocollo un segnale di resa da parte della Regione. Per il gruppo dem in Consiglio regionale, il documento firmato da Fontana rappresenta un’ammissione di fallimento: non solo nella gestione delle liste d’attesa, ma anche nel controllo del sistema sanitario nel suo complesso.
Anche il Movimento 5 Stelle parla di “auto-commissariamento” da parte della Giunta. Al centro della critica, ancora una volta, l’assenza di un’agenda unica regionale che unifichi le disponibilità tra pubblico e privato convenzionato.
Per rafforzare la propria azione, il M5S ha annunciato l’attivazione di uno sportello virtuale via WhatsApp, dove i cittadini potranno segnalare disservizi, ritardi e criticità legate a visite ed esami. Un’iniziativa che si affianca alla protesta politica, nel tentativo di portare sul tavolo della discussione il punto di vista degli utenti.