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19/11/2025 18:28
Correva a circa 150 all’ora il Mercedes classe G che all’alba di domenica 16 novembre, in viale Fulvio Testi, si è schiantato contro una Opel Corsa, provocando la morte del 19enne Pietro Silva Orrego. È quanto emerge dalle verifiche della Polizia locale, mentre chi che era alla guida dei due mezzi, risulta ora indagato per omicidio stradale, dopo i pre-test che hanno rilevato alcol e droga.
Nel frattempo cambia anche il significato di una delle immagini simbolo di quella notte: il giovane scalzo che colpisce il finestrino del mezzo incidentato, gridando: «Ci sono i miei amici che stanno morendo». Per ore era stato indicato come possibile guidatore senza patente che avrebbe tentato di fingersi soccorritore. Le indagini hanno invece chiarito che non era lui al volante: sarebbe arrivato pochi istanti dopo lo schianto, cercando disperatamente di tirarli fuori.
La ricostruzione torna così alla sera di sabato, quando il gruppo si era dato appuntamento in zona corso Como. Il fuoristrada preso per il weekend era stato noleggiato dal 23enne e, dopo essersi separati per parte della nottata, i ragazzi avevano deciso di rivedersi all’alba. Mentre il ventenne li stava raggiungendo, lungo Fulvio Testi è avvenuta la tragedia: il mezzo lanciato a velocità estreme ha colpito la Corsa all’incrocio con via Esperia. L’abitacolo si è staccato dal telaio e per Pietro non è stato possibile fare nulla.
Nel fascicolo aperto dalla pm Giancarla Serafini restano da accertare diversi elementi: chi dei due veicoli abbia mancato la precedenza, la reale velocità al momento del contatto e se entrambi i conducenti fossero nelle condizioni idonee per mettersi al volante.
Nel tardo pomeriggio di martedì, sotto quel semaforo, si sono radunati amici e coetanei del 19enne. Hanno deposto fiori, lasciato messaggi e una fotografia in motorino con la scritta: «Sorridi per sempre».