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08/01/2025 19:22
Si chiuderà tra una settimana esatta, il 15 gennaio, la consultazione pubblica dedicata alle modifiche del progetto eolico “monte Giarolo” che, per inciso, prevede la creazione un impianto eolico con venti aerogeneratori per una potenza di circa 124Mw sui crinali appenninici tra l’alta valle Staffora e le valli piemontesi Curone e Borbera.
Entro metà mese dunque amministrazioni, associazioni e cittadini possono inviare ancora al Ministero pareri e osservazioni, dopo quelle già presentate l’estate scorsa da quasi 400 soggetti pubblici e privati.
Il comitato per il territorio delle 4 province, alla testa di un fronte del no che riunisce praticamente tutti i comuni coinvolti, le province di Pavia e Alessandria e gli assessori regionali intervenuti a San Sebastiano Curone poche settimane fa, ha diffuso un comunicato in cui si sostiene che le modifiche apportate dalla società proponente cambiano poco o nulla la sostanza del progetto e la sua (in) sostenibilità.
La riduzione da venti a dodici torri richiesta dal sito che gestisce il sito Natura 2000 tra i monti Ebro e Chiappo (per tutelare gli uccelli) sarebbe stata rigettata dalla società - annota il comitato - mentre la sottostazione elettrica dovrebbe sorgere “in un’area che il piano regolatore del Conune di Albera Ligure classifica tra quelle inidonee a nuovi insediamenti perché “dissestate, in frana, potenzialmente dissestabili”.
Ancora, la riduzione della larghezza della strada di cantiere da 23km, per buona parte in territorio pavese, da 7 a 4 metri, secondo i tecnici del comitato, non garantirebbe la sicurezza dei trasporti. Da ultimo, viene sottolineato come i 3 o 4 anni di cantiere potrebbero compromettere - secondo gli attivisti - “il regolare funzionamento dei servizi essenziali come sanità, trasporti e istruzione”. Un paradosso, insomma, un impianto green per le energie rinnovabili che - secondo il fronte del no - sarebbe tutto fuorché eco-compatibile.