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20/11/2025 14:15
Giovedì mattina la piazza davanti alla Camera del Lavoro è un mare di bandiere rosse: megafoni accesi, fischietti, striscioni cartelli e volantini. La mobilitazione dei pensionati lombardi parte così, davanti al portone della CGIL, con centinaia di persone arrivate in mattinata per denunciare che con queste pensioni, in una città cara come Milano, non si vive più.
Il punto centrale è la nuova legge di stabilità, considerata troppo distante dalla realtà di chi vive con assegni già bassi in una città dove il carovita continua a salire. L’inflazione degli ultimi anni ha superato il 16%, le pensioni non sono state adeguate a sufficienza: il risultato è un potere d’acquisto che si è praticamente diluito.

Da qui le richieste portate in piazza: adeguamento vero degli assegni, quattordicesima potenziata, nessun aumento dell’età pensionabile e una riforma fiscale giusta ed equa. E poi la sanità, Con finanziamenti fermi al 6% del PIL, ben sotto la media europea, il sindacato chiede più personale, liste d’attesa ridotte, Case di Comunità operative e investimenti strutturali per garantire accesso e qualità.
Tra una bandiera e un volantino, la sensazione è che questa non sia una protesta nostalgica, ma molto concreta: riguarda chi oggi fa fatica e chi domani rischia di trovarsi nelle stesse condizioni. Perché, qui in piazza, è chiaro che la lotta ai diritti non va in pensione.