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27/03/2025 16:38
Sarebbe stato una delle voci principali nella stesura del cosiddetto Salva Milano. Marco Cerri, architetto e progettista finito nella centrifuga delle inchieste sull’urbanistica milanese, è stato interdetto per un anno dalla professione e dai pubblici uffici. Sarebbe stato lui, secondo i pm, ad avere un ruolo da protagonista nella stesura del testo definitivo della norma che avrebbe dovuto mettere un freno alle indagini della procura.
Legami con parlamentari da un lato, rapporti con grandi studi di architettura e con il Comune dall’altro, Cerri è stato in passato anche componente della Commissione per il paesaggio finita al centro dell’inchiesta e dove aveva operato anche l’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, finito ai domiciliari lo scorso 5 marzo.
L’interdittiva stabilita dal giudice deriva da due ipotesi di falso e dal pericolo di reiterazione del reato. Al contrario, per i dirigenti comunali coinvolti, Carla Barone e Andrea Viaroli, la procura ha negato le misure richieste, avendo questi cambiato uffici rispetto al passato.
E proprio il Salva Milano che Cerri avrebbe contribuito a scrivere in modo così determinate secondo i pm, continua a tenere banco. La politica si è divisa tra chi è favorevole a portarlo avanti e chi invece osteggia quella che è già stata bollata come una sanatoria. Un dibattito che è anche uscito dagli argini della politica, toccando ad esempio anche i sindacati.