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23/06/2025 10:09
Sdegno e indignazione hanno causato lo striscione di Casapound, appeso sabato notte a Gravellona Lomellina, in cui si parlava di “remigrazione”, ovvero di ritorno forzato degli immigrati nel loro Paese d’origine.
Il riferimento è al drammatico episodio dello scorso 16 giugno, quando un 41enne tunisino, dopo aver litigato con la titolare, ha investito con l’auto i clienti seduti al tavolino di un bar in Corso Insurrezione, nel pieno centro del paese. Nell’incidente è rimasta gravemente ferita una donna di 51 anni, che rimane ancora in pericolo di vita.
Lo striscione di Casapound è stato poi rimosso domenica mattina. Ma a far discutere è stato il termine utilizzato nello striscione, caro all’estrema destra, la “remigrazione” appunto, che prevede la pulizia etnica attraverso la deportazione di massa o il ritorno in patria dei migranti.
Inevitabili le polemiche politiche arrivate da più parti. A stigmatizzare lo striscione affisso a Gravellona Lomellina è stato il Partito Democratico di Vigevano, in una nota congiunta con il Pd provinciale. “Una falsa soluzione che mina i valori della democrazia”, secondo gli esponenti “dem”, “in un momento storico segnato da profonde trasformazioni sociali e globali rilanciare la proposta di remigrazione rappresenta una minaccia ai principi costituzionali di uguaglianza, libertà e dignità umana”.
Condanna arrivata anche dagli esponenti di Italia Viva Vigevano, che parlano di “un atto inaccettabile che veicola messaggi di odio e discriminazione”. Un gesto che, concludono, “oltre a essere provocatorio, rappresenta un pericoloso tentativo di normalizzare idee xenofobe e razziste che non devono trovare spazio nella nostra società”.