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20/11/2025 12:49
A San Siro il focolaio di legionellosi, circoscritto alla zona di via rembrant, resta fermo a undici casi: un decesso, ricoveri in calo sotto quota sette e nessun nuovo contagio nelle ultime ore. Ora l’attenzione è tutta sui primi risultati dei campionamenti di ATS, attesi nel weekend: analisi effettuate nelle case dei pazienti e nei punti considerati più sensibili del quartiere, come torri di raffreddamento e impianti idrici complessi.
Ma la vera domanda è un’altra: come è possibile che un intero quartiere, con persone che non si conoscono e che vivono in palazzi diversi, si ammali nello stesso momento? Abbiamo chiesto agli esperti, che spiegano come, di fronte a più casi concentrati, si attivi un’indagine a doppio binario: quella epidemiologica, sulle abitudini delle persone, e quella ambientale, su tutto ciò che può produrre la diffusione del batterio.

La diffusione può infatti nascere da impianti privati, da sistemi condominiali o da luoghi pubblici frequentati da molti: palestre, cinema, centri commerciali. In passato non sono mancati casi legati persino a fontane ornamentali o agli impianti di irrigazione dei parchi. Il coinvolgimento di più edifici fa pensare a una sorgente ampia o condivisa, oppure – ipotesi più delicata – a un problema della rete idrica.
La Seconda domanda: che nasce è perché proprio ora? Fine ottobre non è il periodo tipico per la legionella, ma secondo gli esperti il batterio può essere presente tutto l’anno negli impianti idrici.
Saranno le analisi ambientali e l’incrocio con i dati epidemiologici a dire da dove tutto è partito e quali misure adottare. Intanto San Siro aspetta risposte per capire come mettere in sicurezza il quartiere e spegnere definitivamente il focolaio.