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29/10/2024 16:26
Nato come una misura emergenziale durante il covid, ora a 4 anni di distanza lo smartworking è tutt’altro che in declino il numero di lavoratori da remoto nel 2024 è sostanzialmente stabile: 3,55 milioni rispetto ai 3,58 milioni del 2023. Lo SMART WORKING cresce nelle grandi imprese, dove coinvolge quasi 2 milioni di lavoratori. Cala invece nelle pmi, le piccole medie imprese, e resta sostanzialmente stabile nelle microimprese. Sono solo alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio SMART WORKING del Politecnico di Milano che evidenzia come nel 2025 Si prevede addirittura una crescita del 5% del lavoro da remoto, raggiungendo 3,75 milioni di lavoratori.

Lo SMART WORKING diventa così una pratica diffusa e apprezzata, da sempre più lavoratori, possibilità a cui ben pochi rinuncerebbero: il 73% dei lavoratori che se ne avvalgono si opporrebbe se la propria azienda eliminasse questa forma di flessibilità. Nello specifico, il 27% penserebbe seriamente di cambiare lavoro.

Oggi in italia Gli SMART worker possono lavorare da remoto in media 9 giorni al mese nelle grandi imprese, 7 nella pubblica amministrazione e 6,6 nelle pmi.
In questo contesto nascono nuove modalità di flessibilità, come la settimana corta, praticata dal 10% delle aziende per migliorare il bilanciamento lavoro-vita privata, e l'International SMART WORKING, scelto dal 29% delle grandi imprese per attrarre talenti globali.
cresce inoltre l'attenzione al ripensamento degli spazi di lavoro per renderli più efficaci ed attrattivi in un modello di lavoro SMART.

Tuttavia però la ricerca evidenzia come l’atteggiamento dei manager abbia un ruolo cruciale nel determinare l’utilizzo dello smart working e se il 53 % delle grandi imprese ritiene che i propri manager siano promotori di tali iniziative, Nel settore pubblico e nelle pmi questo atteggiamento positivo è meno diffuso, Oltre un terzo delle pmi dichiara che i propri responsabili hanno un atteggiamento scettico rispetto al lavoro da remoto , permettendo lo smart working solo in presenza di particolari necessità o addirittura non incentivandone l'applicazione.