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07/11/2025 15:11
Andrà fino alla Corte di Cassazione la vicenda dell’omicidio in via Fratelli Magnani, a Mede, per cui è stato condannato a otto anni e sei mesi il 39enne rumeno Flavius Micu. A perdere la vita è stato il connazionale 33enne Claudio Dohla. Anche la Corte d’Assise ha confermato la pena per l’imputato nel processo che si è svolto con il rito abbreviato, che dà diritto allo sconto di un terzo della pena.
La difesa ha annunciato ricorso fino al terzo grado di giudizio. I fatti risalgono al dicembre di due anni fa. Secondo le ricostruzioni, Dohla sarebbe stato ucciso in strada da una coltellata alla schiena, al termine di una lite con alcuni connazionali. A processo erano finiti Flavius Micu, accusato di aver rifilato la coltellata risultata mortale, e il connazionale Radu Cosmin Baca, che secondo la Procura di Pavia aveva avuto un ruolo nell’aggressione. Tuttavia i giudici hanno ritenuto colpevole il solo Micu, scagionando Baca, una tesi confermata anche in appello dal tribunale di Milano.
La difesa di Micu contestava la tesi dell’omicidio volontario e chiedeva l’eccesso colposo di legittima difesa, oltre a un riconoscimento maggiore delle attenuanti generiche, non accolte in pieno dal giudice. Da qui la decisione di ricorrere in Cassazione, la cui udienza è ancora da fissare.
Dalle indagini è emerso che, nella sera del 13 dicembre di due anni fa, Dohla si sarebbe presentato davanti all’abitazione di Micu, insieme ad altri due connazionali rumeni. Secondo l’accusa, il gruppo si conosceva molto bene ed era in contatto per una serie di furti in autostrada, ai danni di camion e aziende. Le auto con le quali il gruppo di rumeni si spostava sarebbero state fornite dallo stesso Micu, titolare di una ditta che commercializzava mezzi provenienti dalla Romania. Alla base della lite, incominciata in casa e degenerata in strada con l’accoltellamento, ci sarebbe stata la vendita di auto che non erano mai state volturate.