Eventi a Vigevano:

Dal 22-11-2025 al 23-11-2025
COME L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CAMBIA IL MONDO
Dal 23-11-2025 al 23-11-2025
Presentazione del libro “IL SEGRETO DEI MITOCONDRI.”
Dal 23-11-2025 al 21-06-2026
Musica senza Candele
Dal 29-11-2025 al 30-11-2025
PERFORMANCE – IO SONO UN OGGETTO
Dal 12-12-2025 al 12-12-2025
ISTRICI DI CARTA - 2

Vedi tutti

Grazie a

Cerca nel sito

Cerca telefono

cognome o nome azienda

Videonews


21/11/2025 20:23
Hanno risposto a tutte le domande del gip i due 18enni a San Vittore con l’accusa di tentato omicidio e rapina ai danni dello studente bocconiano del 12 ottobre scorso nel porticato di via Rosales, all’angolo con viale Montegrappa in zona Corso Como. “Non c'ho visto più, non pensavo di averlo colpito così”, avrebbe detto Alessandro Chiani, che secondo le indagini sarebbe stato l’autore delle coltellate, aggiungendo di essere intervenuto in un secondo momento dell’aggressione. L’altro, Ahmed Atia, avrebbe invece fatto solo da ‘palo’ e si sarebbe detto pronto a inviare una lettera di scuse all’aggredito. Allo sciame di telecamere fuori da San Vittore, i rispettivi legali si sono limitati a riferire che entrambi i propri assistiti si sarebbero detti preoccupati e dispiaciuti per l’accaduto, per poi fuggire dal freddo e dalla pioggia mista a neve che battevano sulla città.
Si sarebbe definito “distrutto” anche uno dei tre diciassettenni sentiti nel carcere minorile Beccaria, anche loro accusati dell’aggressione ai danni dello studente 22enne. Stando al racconto del 18enne Chiani, sarebbero stati loro, i tre minori, a essersi avventati sulla vittima per primi. Un rimpallo di responsabilità, utile sicuramente per tentare di far cadere almeno l’accusa di tentato omicidio, ma ciò non toglie, almeno secondo l‘avvocato Gaetano Della Valle, difensore di uno dei minori, che tutti e cinque siano pentiti dell’accaduto.
Un cambio completo di atteggiamento, almeno apparentemente, rispetto alle intercettazioni registrate dentro al Commissariato di Garibaldi Venezia, quando i cinque avevano pronunciato frasi scioccanti e cercato di concordare una versione comune dei fatti. E poi, riferendosi alla vittima, una volta che hanno appreso che era in coma, avrebbero detto “Non parla. Io gli stacco tutti i cavi. Andiamo, gli diciamo ci dispiace, siamo pentiti, ma in realtà non ce ne frega”.
Il bocconiano, intanto, è ancora in rianimazione. Il giovane, ha informato il direttore della pediatria del Fatebenefratelli, Luca Bernardo, “si troverà a gestire senza colpa una vita difficile”. Una condizione di cui è consapevole anche il padre, che ha riconosciuto che il figlio “è vivo per miracolo, se l’ospedale non fosse stato a 500 metri, sarebbe morto”.