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11/04/2025 18:07
Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Giulia Tramontano, ha presentato ricorso in appello. I suoi legali, le avvocatesse Giulia Geradini e Samantha Barbaglia, puntano ora a ottenere una riduzione della pena, chiedendo l’esclusione delle aggravanti della premeditazione e della crudeltà che avevano portato la Corte d’Assise di Milano a infliggere il massimo della pena.

L’ex barman, che ha ucciso la fidanzata incinta al settimo mese lo scorso 27 maggio 2023 a Senago, nel Milanese, cercherà inoltre di accedere al percorso di giustizia riparativa, uno strumento previsto dal codice penale per favorire la ricostruzione di un dialogo – anche simbolico – tra autore del reato e vittime o familiari.

Durante l’arringa finale del processo di primo grado, le difensore avevano sostenuto che il comportamento di Impagnatiello dopo il delitto fosse stato tutt’altro che lucido e calcolato, definendolo una “condotta grossolana” che “mal si concilia con l’immagine di scacchista, pianificatore e stratega” tracciata dall’accusa.

Una tesi che, però, non ha convinto i giudici di primo grado. Nelle motivazioni della sentenza, depositate a febbraio, la Corte ha infatti parlato di una pianificazione dell’omicidio durata “quasi sei mesi”, culminata in un’aggressione con 37 coltellate, undici delle quali inferte mentre la vittima era ancora viva. I giudici hanno inoltre sottolineato come Giulia Tramontano, in quei drammatici istanti, “abbia senz’altro realizzato, sebbene per una manciata di secondi, che insieme con lei moriva anche il nascituro che portava in grembo”.

Il ricorso in appello apre ora un nuovo capitolo giudiziario per un caso che ha scosso l’opinione pubblica e riportato al centro il tema della violenza sulle donne. La data dell’udienza di secondo grado sarà fissata nelle prossime settimane.