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05/06/2023 15:19
Si riempie ogni giorno sempre di più fiori il pezzo di carreggiata che porta all’intercapedine dove Alessandro Impagnatiello ha nascosto il cadavere della sua ex fidanzata Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi.

Tantissime lettere, pupazzi, fiori e pensieri anche da parte di chi, Giulia, non la conosceva. Perché in questa storia tutti si sentono padri, madri, sorelle e amiche: e nel suo ultimo giorno di vita, Giulia, “un’amica” l’aveva trovata. Poche ore prima del suo omicidio, la 29enne ha incontrato quella che era la sua “rivale” in amore: una ragazza italo-americana, collega di Alessandro Impagnatiello con il quale aveva una relazione sentimentale parallela. Entrambe le donne però erano all’oscuro l’una dell’altra.

E in quell’incontro Giulia aveva avuto modo di confrontarsi e chiarirsi con l’italo-americana: la 29enne racconta alla ragazza che “Alessandro non avrebbe mai visto il figlio” che portava in grembo, e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute.
Dopo il loro incontro l’amante sapeva che Giulia sarebbe tornata a Senago, per parlare con lui e "per lasciarlo". Invece lui all'ora di cena l'ha accoltellata e poi, facendo credere che si era allontanata da casa, ha cercato di bruciare il corpo e poi lo ha fatto sparire. Impagnatiello ha provato a convincere anche “l’altra”. In una videochiamata di 9 minuti in cui la ragazza chiedeva di Giulia e lui le diceva prima che dormiva in camera, poi che era andata da una amica, mentre in realtà era già morta. Ma la ragazza ormai non si fidava più di lui.

In piena notte ha iniziato a scrivere ad Alessandro chiedendo dove fosse Giulia. Lui di contro ha iniziato a chiederle di vederla perché voleva parlarle da solo, “per mettere un punto a questa vicenda". Impagnatiello si è presentato comunque davanti al suo portone: "ha iniziato a citofonare", e "alla fine è salito e la ragazza gli ha parlato attraverso le sbarre della finestra del ballatoio. Lui insisteva perché voleva entrare, ma la ragazza non ha voluto “perché aveva paura". Timori che hanno avuto anche gli inquirenti e gli investigatori, che nelle ore successive lo hanno fermato.

Adesso si stanno effettuando gli accertamenti per sapere a quali celle telefoniche erano agganciati i cellulari delle persone che il barman ha contattato la sera dell'omicidio e nei giorni successivi per capire se sia stato aiutato a disfarsi del cadavere. Le indagini coordinate dal pm Alessia Menegazzo e dall'aggiunto Letizia Mannella e condotte dai carabinieri puntano a ricostruire millimetro per millimetro quello che è accaduto, nella convinzione che ci sia stata premeditazione e crudeltà, aggravanti escluse dal giudice che ha convalidato il fermo e ordinato il carcere per il 30enne.

Intanto è stata fissata per venerdì l’autopsia di Giulia Tramontano. Per Alessandro Impagnatiello, che si trova ora in carcere, l’accusa potrebbe cambiare in duplice omicidio: si dovrà capire quanti giorni aveva il bimbo che Giulia avrebbe partorito.