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24/04/2025 09:43
C’è chi affronta la malattia. E c’è chi, che oltre alla malattia, deve affrontare anche il viaggio. In Italia, sempre più spesso, curarsi significa partire, allontanarsi dalla propria città, dalla propria regione, dalla propria casa.
Milano è tra le mete più frequentate di questo doloroso pellegrinaggio sanitario, insieme a Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. A confermarlo è CasAmica, l’organizzazione di volontariato che da quasi quarant’anni accoglie nelle sue strutture migliaia di persone costrette a spostarsi per ricevere cure adeguate, soprattutto per patologie complesse o rare.
Nel 2023 CasAmica ha registrato un’impennata delle richieste di aiuto: +25% rispetto all’anno precedente, con oltre 40mila notti di accoglienza offerte tra Lazio e Lombardia. Un dato che si inserisce nel quadro più ampio tracciato da Agenas e dallo studio EMG per CasAmica stessa: ogni anno più di un milione di italiani si muovono alla ricerca di un’assistenza sanitaria migliore, e nel caso delle malattie rare il 20% dei pazienti è costretto a spostarsi. Tra i minori, questa percentuale sale al 29%.
Il fenomeno della migrazione sanitaria colpisce in particolare chi vive al Sud, spesso privo di strutture specializzate o di personale qualificato. E colpisce duramente anche le tasche delle famiglie: solo il viaggio, il soggiorno e le visite post-operatorie possono costare tra i 3.000 e i 5.000 euro.
Ecco perché CasAmica, insieme a Codice Viola e UNIAMO, ha preso parte a una conferenza stampa in Senato per chiedere misure concrete: sostegni economici, servizi di accoglienza e assistenza psicologica, telemedicina. Perché la cura non diventi un privilegio riservato solo a chi può permettersela.