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23/12/2025 15:04
Un albo che dovrebbe unire, ma che rischia di dividere. A Milano la partita dei fondi statali per le librerie apre un fronte caldo nel mondo del libro, tra criteri di accesso, denominazioni e una distribuzione delle risorse che per molti lascia indietro una parte consistente del settore.

È la posizione di ALI Milano, l’associazione dei librai che fa capo a Confcommercio, dopo la decisione del Comune di Milano di destinare il 90 per cento delle risorse arrivate dallo Stato per il Fondo editoria libraria alle sole librerie iscritte all’Albo delle librerie di quartiere.
Secondo ALI Milano, la scelta introduce una distinzione considerata artificiale e iniqua, creando di fatto una separazione tra librerie “di serie A” e librerie “di serie B”.
Una linea che, pur riconoscendo il valore delle librerie di quartiere come presìdi culturali e sociali, finisce per escludere centinaia di esercizi che operano da anni in città e che svolgono lo stesso servizio di promozione della lettura e della cultura.

Nel mirino anche la denominazione dell’Albo, giudicata poco rappresentativa della reale complessità del tessuto librario milanese, e il rischio che fondi ministeriali vengano trasformati in uno strumento selettivo, legato a scelte amministrative più che a criteri oggettivi e di merito.
Per l’associazione, così facendo si indebolisce la pluralità dell’offerta culturale e si alimenta una contrapposizione interna al settore. Da qui la richiesta di una revisione urgente dell’impianto delle misure, affinché le risorse pubbliche siano accessibili in modo equo e inclusivo a tutte le librerie qualificate, come strumento di crescita condivisa e non di divisione.