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23/12/2025 17:11
Il futuro del Leoncavallo torna a muoversi su un terreno rimasto poco esplorato: quello della possibile acquisizione della storica sede di via Watteau. Dopo lo sgombero, il centro sociale non ha mai smesso di considerare quell’edificio come il luogo più adatto alle proprie attività, nonostante la partecipazione al bando comunale per un nuovo spazio nell’area di San Dionigi, un’operazione complessa e costosa soprattutto per le bonifiche.
La novità è che ora prende forma un percorso concreto per provare a tenere insieme memoria, sicurezza e sostenibilità economica. L’idea è quella di avviare una perizia indipendente che stabilisca il valore reale dell’immobile di via Watteau e, soprattutto, le condizioni per un possibile finanziamento. Un passaggio tecnico, ma decisivo, che potrebbe aprire la strada a un’operazione finora rimasta solo sul piano politico o simbolico.
Il Comune non mette risorse dirette, ma lavora per favorire un dialogo strutturato tra il Leoncavallo e la proprietà privata dell’area, la famiglia Cabassi. Un dialogo che avrebbe come perno una banca di primo livello, chiamata a valutare se l’operazione è finanziabile e a quali condizioni. Un’ipotesi che trasformerebbe un conflitto storico in una trattativa regolata, con l’obiettivo di dare stabilità a un’esperienza che da decenni segna la vita culturale e sociale della città.
L’orizzonte, dichiarato apertamente, è ambizioso: trasformare un bene privato in uno spazio a uso pubblico, accessibile e sicuro, capace di ospitare di nuovo le attività che hanno reso il Leoncavallo un punto di riferimento. Come ha spiegato il sindaco, “non si tratta di far esplodere i conflitti, ma di provare a risolverli”.
Ora la partita passa ai tavoli tecnici e finanziari. Ed è lì che si capirà se via Watteau potrà davvero tornare a essere casa del Leoncavallo.