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23/10/2025 16:17
Il Leoncavallo non chiude nessuna porta, anzi. Dopo lo sgombero di via Watteau, lo storico centro sociale milanese prova a reinventarsi. L’assemblea pubblica di mercoledì 22 ottobre, all’Arci Bellezza, ha confermato che tutte le opzioni restano sul tavolo: dall’acquisizione dello stabile sgomberato ad agosto, alla partecipazione ai nuovi bandi comunali. Ma la rotta più concreta, oggi, punta a via San Dionigi 117, nell’area di Porto di Mare, dove Palazzo Marino ha messo a disposizione alcuni spazi comunali.
Il collettivo si prepara a presentare una manifestazione di interesse per quell’edificio, pur consapevole che servirebbero circa 3 milioni di euro per la riqualificazione. Un impegno economico pesante, ma che segna la volontà di restare parte viva del tessuto cittadino.
A cambiare gli equilibri è arrivata anche una decisione del Tar: sospeso, per ora, il maxi-conto da ottocentomila euro legato alla Tari non pagata del centro sociale al comune dal 2014 al 2024. Una misura che dunque, secondo i legali del centro, consentirebbe di partecipare al bando senza ostacoli formali.
Ma è proprio questa sospensiva ad accendere lo scontro politico. La Lega parla di “vergogna senza fine” e accusa il Comune di favorire chi, per dieci anni, non avrebbe versato la tassa sui rifiuti. Chiede inoltre di ritirare il bando di San Dionigi, annunciando possibili ricorsi alla Corte dei Conti e alla Procura.
Dal canto suo, il Leoncavallo va avanti con la presentazione della manifestazione di interesse e prepara una serie di eventi pubblici per le prossime settimane. Il dossier ora è sul tavolo di Palazzo Marino, dove si deciderà se e come concedere il nuovo spazio.