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23/04/2025 15:59
Si chiamavano Tullio, Giancarlo, Giuseppe e Orazio. Avevano tra i 16 e i 18 anni. Furono torturati, condannati e fucilati da altri italiani all’alba del 6 gennaio 1945, perché distribuivano volantini antifascisti davanti al cinema Pace. Oggi, a ottant’anni dalla Liberazione, il muro contro cui furono uccisi racconta la loro storia con i colori forti e vivi di un murale.
Inaugurato mercoledì 23 aprile in piazza Giuseppe Occhialini, a pochi passi da via Botticelli, “I ragazzi di via Botticelli” è il nuovo murale realizzato dal collettivo Orticanoodles per l’associazione OrMe Ortica Memoria, in collaborazione con il Comune di Milano, l’Università Statale e l’ANPI.
Un’opera corale, dipinta anche con il contributo di studentesse universitarie, per ricordare quei quattro giovanissimi partigiani, simbolo di una memoria che non vuole restare chiusa nei libri, ma che si fa arte pubblica, racconto condiviso, resistenza quotidiana contro l’oblio.
La memoria, dice chi l’ha voluta, non deve essere solo celebrazione: deve darci strumenti per leggere il presente. E proprio mentre si discute sull’opportunità di una manifestazione “sobria”, come richiesto dalla premier Meloni, da questo muro arriva una risposta chiara. Perché ricordare è ancora un atto politico. E, a volte, anche un volantino può cambiare la storia.