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16/09/2025 18:07
Hanno contribuito a smaltire migliaia di fascicoli arretrati, dimezzato i tempi di attesa dei processi e avviato la digitalizzazione degli archivi. Sono i dodicimila addetti dell’Ufficio del Processo, assunti con fondi del Pnrr per supportare giudici e procure in tutta Italia. Ma i loro contratti, a tempo determinato, scadono nel giugno 2026 e al momento solo un quarto di loro ha garanzie di restare. Per oltre novemila persone il futuro è un salto nel buio.
Sono queste le ragioni che hanno portato una cinquantina di addetti a riunirsi in presidio davanti al tribunale di Milano, insieme ai rappresentanti della Cgil, per chiedere risposte. Cartelli e bandiere in mano, hanno fatto sentire la loro voce durante la mattinata, mentre iniziative simili si sono svolte in contemporanea in molte altre città: da Roma a Torino, da Genova a Napoli, da Trieste a Reggio Calabria.
Una precarietà che i sindacati definiscono una beffa, visto il ruolo ormai indispensabile di queste figure nei tribunali. Senza di loro, avvertono magistrati e lavoratori, la giustizia rischia di ricadere nei rallentamenti di sempre.

Un esercito silenzioso che per tre anni ha garantito il funzionamento delle aule di giustizia e che ora teme di finire dimenticato dalla politica e sacrificato nei giochi di bilancio.