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24/07/2024 17:37
Continua lo stato di agitazione dei vigili della Polizia Locale di Vigevano, appoggiati dalle sigle sindacali. La conferma è arrivata da Giovanni Latiano, responsabile provinciale del sindacato Uil Fpl, dopo l’assemblea che si è svolta mercoledì mattina in municipio, a cui hanno aderito tutti i lavoratori del comando di via San Giacomo.
Nel mirino la questione dei vigili a piedi, un servizio introdotto dal comune di Vigevano per cercare di garantire un controllo migliore del territorio ma che, sin dalla sua introduzione ormai più di un mese fa, ha fatto discutere tra gli addetti ai lavori.
Il servizio dei vigili appiedati prevede che a girare siano due pattuglie munite di auto di servizio, ovvero quella destinata al pronto intervento e un’altra per il controllo delle periferie e delle aree più distanti. Mentre gli altri agenti, solitamente due o tre per turno, prestano servizio a piedi in centro e nelle zone limitrofe.
Novità contestate dai sindacati, che lamentano le mancate condizioni di sicurezza a cui gli agenti sarebbero sottoposti. Un punto sottolineato in particolare dal Sulpl, il Sindacato unitario lavoratori della polizia locale, secondo cui, si legge nella missiva alla Prefettura in cui è stato proclamato lo stato di agitazione, i vigli lavorano spesso da soli, in alcune occasioni disarmati, e comunque con temperature elevate e abbigliamento non idoneo.
Secondo il Sulpl, ci sono stati inoltre casi in cui ai vigili sarebbe stato negato il rientro al comando anche per espletare i propri bisogni fisiologici, per via delle restrizioni imposte. Inoltre si sottolinea la mancanza di una formazione professionale adeguata agli agenti, nonostante gli aggiornamenti delle normative.
Da qui la richiesta di maggiori tutele per i vigili che girano in solitaria. Secondo la segreteria provinciale della Uil, l’agente isolato e disarmato non può godere di immediato soccorso in caso di malore e inoltre è costantemente esposto ad aggressioni. Inoltre gli agenti non possono rientrare al comando, se non alla fine dell’orario di servizio, e, qualora ciò accada, deve avvertire prima del rientro.
Il sindacato precisa infine che, qualora non andasse a buon fine il tentativo di conciliazione con il prefetto, si riserva di adottare ulteriori azioni, quali il blocco del lavoro straordinario e ogni altra iniziativa che ritiene necessaria a tutela dei lavoratori.