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23/04/2025 16:34
A quasi 15 anni dall’ultima opera di sensibilizzazione che aveva permesso anche di censire buona parte dell’amianto presente nel territorio pavese, in particolare nelle proprietà private, è ora di tornare a insistere con tutti i comuni e i cittadini perché i manufatti ancora presenti, soprattutto tetti, siano monitorati in modo costante (come obbligatorio peraltro) e, se ammalorati, siano rimossi e bonificati per tutelare la salute di tutti. È l’appello portato dall’associazione Avani al presidente della Provincia Giovanni Palli in occasione di un incontro svoltosi a Bosnasco e a cui hanno partecipato anche il sindaco Barbara Varesi e Antonio Riviezzi, sindaco di Broni, la cittadina martire dell’amianto insieme a Casale Monferrato.

L’ultima operazione simile - ha spiegato Avani - risale al 2011, quando la provincia invitò tutti i sindaci a notificare ai cittadini l’obbligo di denunciare la presenza di amianto e far valutare le condizioni da tecnici abilitati. Dopo quasi 15 anni occorre un aggiornamento. Come ne occorre uno per il Piano Regionale Amianto della Lombardia, risalente ai primi anni 2000.

Avani ha anche richiesto che l’Ats di Pavia sia dotata di una piattaforma aerea per poter verificare autonomamente e senza il bisogno di mezzi e tecnici esterni le condizioni dei tetti in cemento amianto in tutto il territorio.